HIAM | La recensione di Rob Sheffield per il Rolling Stone

Sul nuovo singolo di Britney, la prima canzone dal suo settimo album in uscita a breve, Britney suona più forte di diverse migliaia di “ieri” (gioco di parole con il testo di Stronger, ndr). “Hold it Against Me” è un’ottima Britney, confezionata con un nervoso electro aggressivo, con uno strano breakdown dove Britney geme, manda baci, e fa scoppiare la cicca sopra il sintetizzatore di Dr. Luke. Il testo si dirige verso il territorio di Austin Powers/Benny Hill: “If I said I want your body now/ Would you hold it against me?” E arriva giusto in tempo per seguire il singolo di Rihanna “S&M,” che ha riportato ai fasti allo stesso modo un’altra frase per attaccare bottone, “Sticks and stones may break my bones, but whips and chains excite me.” A questo punto non credo passi molto tempo prima che Lady Gaga proponga come singolo del suo ritorno una cosa come “Do You Have Any Italian In You? (Would You Like Some?).” (“Hai un po’ di italiano in te? (Te ne andrebbe un po’?)“)

Musicalmente, “Hold It Against Me” richiama l’ambientazione cupa e sintetica della gemma di Britney uscita nel 2007, Blackout, forse l’album pop più influente degli ultimi cinque anni. Ma allora, tutti gli altri nel mondo della musica stanno pescando da Blackout, quindi perché non dovrebbe farlo Britney? Quando stava entrando nel suo periodo più buio dal punto di vista della sua vita privata, mentre quasi tutto il mondo non faceva che gettarle fango addosso, lei stava anche facendo uscire la sua musica più innovativa, che si gettava in una propulsione di robo-discoteca con distorsioni e in un’atmosfera alienata di buio al sintetizzatore. È buffo come le persone sottovalutino l’influenza di Britney sul modo in cui suona la musica adesso, soltanto perché ci si mette di mezzo il suo personaggio pubblico, ma se oggi si ascoltasse una radio pop per un’ora si noterebbe quasi un’ora di persone che provano a fare meglio di Blackout.È stato il suo Kid A (album dei Radiohead, ndr) insaporito di Red Bull.

“Hold It Against Me” ha un sound discotecaro esagerato, mentre Britney si aggira sulla pista da ballo in cerca di un uomo che soddisfi i suoi bisogni e firmi il suo contratto di riservatezza. “Would you hold it against me?” – quante volte avrà usato questa frase con i poliziotti? Tutto il rispetto per iBellamy Brothers, il duo country degli anni Settanta il cui classico, intitolato appunto “If I Said You Have A Beautiful Body Would You Hold It Against Me“, arrivò in cima alle classifiche di Nashville nel ’79. Non è difficile sentire una sfumatura di disperazione nel brontolio digitalizzato di Brit, specialmente nel verso “You feel like paradise and I need a vacation tonight.” Nel frattempo, I sintetizzatori dal sapore europeo di Dr. Luke tirano fuori un riff che è stranamente vicino a “Dirty Deeds Done Dirt Cheap” degliAC/DC (specialmente dal minuto 1:02 a 1:08) – che è totalmente il tipo di barzelletta in cui il produttore si butterebbe a capofitto. Forse per l’album si metterà a fare cover di “Dirty Deeds,” o forse di “Problem Child“? “Big Balls“? “Touch Too Much“? “Spara per il brivido”, Britney! (gioco di parole con un altro titolo degli AC/DC, “Shoot To Thrill“, ndr)

I primi singoli degli album di Britney naturalmente costituiscono un genere a sé stante. A Britney di solito piace tenere per dopo il suo materiale più pop e iniziare con qualcosa di tematico, come “I’m a Slave 4 U,” “Womanizer,” o “3.” Per Blackout, invece, ha mandato per prima “Gimme More” anziché la superiore “Piece Of Me“, e per In The Zone il primo singolo è stata la generica “Me Against The Music” invece della sbalorditiva “Toxic“. “Hold It Against Me” è molto meglio di “Gimme More,” non così grande come “3,” all’incirca a pari merito con “Womanizer.” E sicuramente promette grandi cose per il suo album.

Thanks Bfc.it